Il dolce italiano più famoso nel mondo è certamente lui: il gelato. Una specialità nata in Sicilia, benché gli antenati di questa pietanza compaiono già nel 2000 a.C., che fin dai suoi albori ha conquistato tutti i palati, compresi quelli biblici e quelli reali!
Ma chi è stato l’inventore di questa prelibatezza? Scopriamolo insieme!
1. ANTENATI

Per ripercorrere alcune delle tappe della lunga storia del gelato si devono prendere le mosse all’antica Mesopotamia e dalla Cina, dove tra il III e il II millennio a. C. sono state individuate le prime tracce di un uso alimentare della neve, per ghiacciare cibi e bevande (frutta, vino, latte fermentato, ecc.).
Uno dei primi documenti storici in cui si parla di “gelato”, invece, ci giunge da un poeta greco vissuto nel 500 a.C. ad Atene che racconta che i greci amavano preparare le loro bevande rinfrescanti con neve o ghiaccio, poco limone, miele e molto succo di melograno.
Risale sempre al 500 a.C. una leggenda persiana secondo cui un servitore ubriaco versò per sbaglio del vino sulla neve e portò la sua “creazione” al re. Nonostante la leggenda, sembrerebbe che il progenitore del gelato, il sorbetto, sia davvero un’”invenzione” persiana chiamata sherbet, avvenuta in Sicilia. Nel IX secolo, infatti, la coltivazione della canna da zucchero venne importata in Sicilia dagli Arabi che presero l’abitudine di mescolare la neve dell’Etna, raccolta dai “nivaroli”, ai succhi di frutta, creando una sostanza fredda e sciropposa a base di zucchero di canna, petali di fiori e frutti.
Quest’usanza araba, dalla Sicilia sbarcò nel resto della Penisola trovando estimatori soprattutto in epoca rinascimentale.
Non volendo tralasciare nulla, altre testimonianze di un antenato del gelato si riscontrerebbero anche nella Bibbia, e precisamente nel passaggio in cui Isacco offre ad Abramo latte di capra misto a neve, e presso i Romani; stando a quanto riporta Quinto Fabio Gorgo, nel 62 d.C. Nerone introdusse a Roma i primi dessert elaborati a base di frutta, miele e neve.
Queste sono solo alcune delle testimonianze dell’utilizzo del ghiaccio proveniente dalla neve in epoche più remote: la nascita del gelato, però, può essere rinvenuta in periodi storici molto più recenti e le fonti sono comunque concordi nell’identificare gli italiani come gli inventori del gelato moderno.
2. IL PADRE DEL GELATO

Come abbiamo già accennato, la svolta decisiva per quello che sarebbe diventato il dessert più famoso al mondo partì dalla Sicilia, precisamente dal sorbetto.
La fama dei sorbetti siciliani, infatti, non tardò ad arrivare nelle corti rinascimentali, soprattutto a Firenze.
È proprio qui a Firenze che divennero celebri due “sorbettieri”: Ruggeri e Buontalenti, che ebbero il merito di rendere celebre questo squisito dessert oltralpe e a cui possiamo attribuire la paternità di quello che possiamo definire il parente più prossimo al gelato moderno.
Su a chi dei due si possa attribuire la vera paternità del gelato non è cosa facile a dirsi.
Le cronache raccontano che il gelato così come oggi lo conosciamo fu inventato dall’architetto Bernardo Buontalenti (1531-1608) alla corte di Caterina de’ Medici. In realtà secondo la leggenda l’idea spetta a Ruggeri, macellaio che viveva alla corte dei Medici.
Verosimilmente le cose andarono in questo modo: Ruggeri si aggiudicò la vittoria di un concorso indetto dalla corte medicea per l’invenzione del piatto più originale e singolare che si fosse mai visto. Perfezionando antichi metodi per raffreddare delle composte di acqua, zucchero e frutta, che, come abbiamo visto, nei secoli precedenti erano state messe a punto un po’ ovunque nel mondo conosciuto, dalla Sicilia alle Indie, il suo “sorbetto” piacque così tanto ai signori di Firenze che Caterina decise di portarselo in Francia, in occasione delle nozze con il duca d’Orléans, il futuro Enrico II.
Il Ruggeri venne quindi “invitato” a seguire Caterina nel suo viaggio a Parigi meravigliando la corte di Versailles. I suoi sorbetti erano delle vere e proprie sculture in miniatura, dalle forme più originali (piramidi, frutti, agnelli, colombe e altro ancora) e non mancavano mai di sorprendere per bellezza e per il gusto, oltre che per l’insolita freschezza.
Ma la fama rapidamente acquisita non portò bene a Ruggeri che alla fine, pur di lasciare l’odiata Francia e ritornarsene ai suoi campi, decise di rivelare la sua ricetta segreta, che cominciò a diffondersi rapidamente per tutta la nazione.
E qui entra in scena Bernardo Buontalenti che perfezionò la ricetta del Ruggeri e la rese ancora più golosa: fu lui a introdurre nella ricetta l’uovo. L’invenzione venne offerta a un ospite di tutto riguardo, Carlo V di Spagna, e il successo fu travolgente. La presenza dell’uovo intero all’interno della preparazione permise di ottenere un composto cremoso e consistente: fu proprio grazie alla cremosità ottenuta, che questa idea riscosse un grande successo all’epoca.
Nacque così il gelato moderno, che nonostante le rudimentali tecniche di refrigerazione e conservazione era straordinariamente simile a quello che viene servito ancora oggi.
3. IL GELATO PER TUTTI

Nel Seicento il gelato era una leccornia ormai abbondantemente apprezzata in tutte le corti, anche in quelle d’Oltralpe, ma per parlare di gelato “democratico” dobbiamo aspettare il 1686, quando Francesco Procopio de’ Coltelli, un siciliano trasferitosi in Francia, aprì a Parigi il caffè Le Procope, destinato a diventare uno dei più rinomati della capitale francese.
Fra le varie ghiottonerie, infatti, Procopio proponeva alla clientela sorbetti e gelati: raffinatezze che, per secoli, erano state prerogativa delle mense reali e nobiliari!
Le rinfrescanti prelibatezze di Procopio gli permisero di ottenere non solo la cittadinanza francese, ma addirittura una patente reale concessa dal “Re Sole” Luigi XIV che lo rendeva produttore esclusivo dei suddetti dolci.
Sull’esempio del caffè Le Procope, nel Settecento e nella prima metà dell’Ottocento, il gelato cominciò ad essere servito in tutti i più importanti caffè d’Europa e la parola gelato cominciò a essere usata in funzione di sostantivo.
Nel secolo seguente il gelato sarebbe sbarcato oltreoceano.
Negli Stati Uniti, a St. Louis, nel 1868 nacque la prima fabbrica di gelato. Per le strade cominciarono a circolare i primi carrettini del gelato e, parallelamente, si affiancarono ai caffè e alle “case del cioccolato”, in cui già si poteva assaporare il gelato, le prime gelaterie.
4. IL NOSTRO GELATO
Anche noi, nel nostro piccolo, abbiamo deciso di portare avanti la tradizione del vero gelato artigianale italiano che da secoli fa “sciogliere” tutti, grandi e piccini.
Circa 120 anni dopo la nascita della prima fabbrica di gelato e delle prime gelaterie, infatti, nel 1985 il nostro Maestro Gelatiere Francesco Dioletta, apre la sua prima attività a L’Aquila in Piazza Duomo 32.
E oggi, dopo 37 anni di produzione e ricerca continua, Dioletta, è diventato uno dei più importanti Maestri Gelatieri d’Italia ricevendo numerosi premi nell’ambito della gelateria artigianale e ricevendo per 4 anni di fila i prestigiosi “Tre Coni” dal Gambero Rosso, il massimo grado di eccellenza.
Nel 2020 diventa socio fondatore e vice presidente dell’associazione “I Gelatieri Artigiani” che si propone di rivendicare la complessità del gelato, le sfumature, le diverse tecniche e il principio per il quale la diversità è ricchezza e ogni gelato ha la sua storia da raccontare.
Oggi è chiamato a intervenire e dare consulenze in varie parti del mondo per la sua capacità creativa, la sua tecnica e la sua esperienza nella ricerca attenta delle materie prime che contribuiscono a dare al suo gelato un gusto unico.
Per assaggiare i nostri gelati visita il nostro SHOP o passa a trovarci in una delle nostre “Gelaterie Duomo – Il Paradiso del Gelato”.